giovedì 17 dicembre 2015

GIORNO 98: THE LAST DAY

Ed eccoci qui, all'ultimo giorno di questa esperienza.
Da un lato contentissime di tornare a casa, in tempo per natale. Dall'altro tristi di lasciare una luogo tanto bello ed intenso...siamo abbastanza agitate e non riusciamo a dormire molto. Ne approffittiamo per riorganizzare le valige per la milleunesima volta e per ricontrollare il peso. Ok per ora ci siamo :) dobbiamo cercare un modo per passare il tempo: guardiamo un cartone di natale, ci mettiamo di fuori a giocare a carte e cercare di prendere l'ultimo sole e abbronzarci ancora un pochettino, riguardiamo le foto fatte in questi tre mesi,...insomma ci teniamo occupate! Per pranzo solo riso e verdure, le patate sono proibite quando si viaggia (credenza rwandese) e dopo una passeggiatina per cercare qualche medicina per la gola e per vedere se riusciamo a spendere gli ultimi soldi rwandesi in maniera intelligente.
Quando torniamo in albergo ci aspetta la suora e la nostra amica console con altri regali per la Svizzera e quindi ci tocca risvuotare le valige...siamo diventate esperte di tetris! Speriamo bene...
Il pomeriggio passa lento ma finalmente arriva l'ora di partire: salutiamo tutte le suore e ci avviamo all'aeroporto su un taxi troppo piccolo per farci stare tutte le nostre valige. Infatti la Marti poverina deve tenersi la sua in braccio...

Arriviamo in aereoporto e con sorpresa scopriamo che l'orario del chek-in corrisponde anche all'orario di entrata nell'aereoporto. Aspettiamo...aspettiamo e aspettiamo. Alle 20 finalmente si può entrare!! Subito c'è il controllo con lo scanner, all'interno del quale bisogna mettere tutte le valigie! Ti fanno togliere scarpe e tutto quello che si ha addosso e via...
Dopo altri controlli che non abbiamo capito arriviamo nella zona dove si imbarcano i bagagli, pesiamo il tutto e ci accorgiamo che una valigia ha dei chili in più. Senza pensarci troppo togliamo due barattoli di miele da mettere nel bagaglio a mano ed imbarchiamo il tutto. Dopo la dogana entriamo nella zona deauty free. Compriamo acqua per il viaggio e aspettiamo di nuovo. Ad un tratto ci dicono che dobbiamo cominciare a fare i controlli (ALTRI). Un altro controllo con il metaldetector (non so come si scrive) e indovinate? Ritirano l'acqua appena comprata (nella zona dove solitamente è permesso acquistare tutti i prodotti senza il tasso doganale) e il miele confiscato. Quello che ci siamo chieste è: se qualcuno compra dell'alcol nella zona del deauty free poi lo deve abbandonare 20 metri dopo?
Per il miele sono tonata nella zona dove abbiamo imbarcato le valigie per consegnarlo ma mi è stato detto in maniera piuttosto stronza -scusate- che se l'aereo subiva un ritardo per questa mia esigenza mi spedivano la multa del ritardo a casa. A quel punto ho regalato il miele alla segretaria e ad un manovale dell'aereoporto.
Nervosa, sudata (afosissimo), esaurita, torno dall'Elisa che mi stava aspettando oltre ai 20000000 controlli che ho dovuto rifare da capo. Forse è per questo che sull'aereo ho dormito 8 ore filate :)

Siamo in volo e ce ne stiamo andando dal Rwanda...è stata un'esperienza fantastica e ci è piaciuto condividerlo con voi. Con qualche lacrima ma nessun rimpianto lasciamo il paese dalle mille colline, un paese di persone coraggiose e forti pronte a ricominciare e a ricostruirsi una vita. Questa nazione e le sue persone ci hanno insegnato tanto come ad esempio che non nella vita non esiste stress (bisogna prendersela seempre con comodo) ma che comunque per ottenere qualcosa bisogna lottare ogni giorno, anche per le piccole cose. Questo viaggio ci ha fatte crescere, ci ha cambiate e ci ha fatto riflettere su molti aspetti della vita. Siamo contente di tornare alla nostra realtà, di avere un po' di tempo per noi da sole e senza pressioni esterne ma siamo anche consapevoli che un pezzo del nostro cuore rimarrà li...tra le mille colline verdi e i giganteschi sorrisi dei bambini a cui abbiamo dedicato tutto il nostro tempo e il nostro impegno.
Speriamo di essere riuscite a lasciare qualcosina a queste persone, come loro hanno lasciato a noi.
Sicure che questo non sia un addio salutiamo con una nota di tristezza questa nazione...speriamo che le nostre avventure vi abbiano fatto sorridere e vi siate divertite a leggere il nostro blog. Presto vi riabbracceremo tutti...manca poco :)


Un saluto dal lagi Kivu

Vi lasciamo con un selfie dall'aeroporto di Bruxelles ;) Elisa e Martina!

mercoledì 16 dicembre 2015

GIORNO 97: ultimo giorno di cultura...

Per non "sprecare" questa giornata girando a caso per la città abbiamo deciso di cercare sulla nostra guida qualcosa di interessante: il museo delle storie naturali!
La suora ha insistito per accompagnarci ed a noi ha fatto piacere e comodo, non sapendo dove si trovava questo luogo.
Il museo era composto da diverse sale che spiegavano le varie tipologie di animali, piante e pietre ci fossero nelle varie regioni del Rwanda. La nostra guida era tutta sorpresa di quando avessimo visitato! Vedere tutti questi dettagli però ci ha aiutato a comprendere di più quanto visto in questi tre mesi... Abbiamo scoperto che in questo paese ci sono tantissimi minerali, conosciuto la storia di chi ha esplorato questo paese per prima e di come siano nate la varie città soprattutto in funzione della pianta idrica del Paese. Insomma, è stato proprio interessante. Alla fine della parte teorica,  abbiamo raggiunto un capanno di legno all'esterno. All'interno si trovavano infatti tutti le specie di serpenti presenti in Rwanda VIVI!! Il nostro primo pensiero è stato che a saperlo prima col cavolo che dormivamo in tenda al safari!! La maggior parte dei serpenti si trova proprio in quelle zone!!! Ce ne sono tantissimi super velenosi, ad esempio il Black Mamba: dopo il morso hai più o meno 5 secondi di vita. Oppure delle vipere, che sono grandi 20 volte quelle ticinesi. Un altro serpente che quando ti morde è impossibile da staccare! Il cobra, il pitone... Insomma, incredibile.
Dopo la visita siamo tornate in centro dove abbiamo mangiato al self-service africano! Buonissimo. La suora già durante la mattinata ci aveva detto che una sua amica che lavora per il consolato svizzero (quella che avevamo conosciuto all'inizio del viaggio) voleva assolutamente salutarci. Un po' confuse ci siamo date appuntamento ai negozietti li vicino. Abbiamo fatto un po' di spese e le due signore ci hanno caricato di oggetti da portare in Svizzera... (ecco perchè ci teneva così tanto a salutarci :P ). Abbiamo però passato un pomeriggio tranquillo e l'abbiamo concluso andando a bere qualcosa in un ristorante li vicino.
Arrivate a casa abbiamo finito di prepare le valigie (a mo di tetris), cena ed un "bel" film.

GIORNO 96: shopping a Kigali

Oggi giornata tranquilla dedicata agli ultimi acquisti...dovremo pur spendere in un qualche modo i nostri ultimi soldi hahaha
Prima però una cosa importante: pubblicare i blog arretrati. Siamo in capitale è vero ma comunque l'internet non funziona benissimo e dobbiamo girare due bar prima di riuscire a caricare la pagina web.
Dopo pranzo ci troviamo con le ragazze belga e andiamo tutti insieme a comprare qualche souvenire nei negozietti in centro. Come sempre bisogna contrattare e abbassare il prezzo perché vedendo delle umuzungo cercano sempre di guadagnarci qualcosa in più...È difficile riuscire a scegliere cosa NON prendere: tutti gli oggettini sono bellissimi e colorati ma purtroppo il posto in valigia è poco e il peso è limitato!
Dopo il giro shopping andiamo a bere qualcosa tutti assieme per salutarci (: È strano pensare che staremo in questo posto ancora solamente per tre giorni...
Dopo i saluti con le belga prendiamo le moto e ci avviamo verso casa. Non sapendo bene come spiegare ai motari dove portarci chiamiamo una delle suore e le passiamo il motar così lei riesce a spiegare, in kinyarwanda, dove depositarci (;
Per fortuna arriviamo a casa senza problemi...una volta in camera ammiriamo ancora una volta i nostri acquisti e poi cerchiamo di farceli stare in valigia: sarà un'impresa titanica ma ce la faremo!!
Qui a Kigali la situazione "di vita" non è migliore rispetto a Rusizi anzi...durante la cena la corrente salta e rimaniamo al buio più totale, una volta riuscite a recuperare delle candele torniamo in camera e cerchiamo di farci una doccia ma non c'è acqua. Ci tocca quindi lavarci con catino e acqua freda...è pur sempre africa :P
Per fortuna siamo ormai abituate a queste situazioni e non ci scandalizziamo più! Ci consoliamo con un bel film nella speranza che la corrente ritorni entro domani.
Buonanotte a tutti (:

P.s. Non caricheremo più molte foto a causa della connessione scadente... :(

GIORNO 95: esaurimento totale



Oggi è domenica e ci sentiamo ancora esaurite dalla settimana trascorsa. Infatti, di chilometri ne abbiamo fatti, in auto, ma altrettanto stancanti:
- Domenica scorsa 6 ore di auto per ritornare a Kigali (con le varie tappe ai musei).
- Martedì 7 ore di auto per andare a Giseny e poi ritornare a Musanze.
- Mercoledì 7 ore di auto per ritornare a Kigali passando per la strada rossa di Burera.
- Giovedì 3 ore di auto, andata e ritorno da Rilima.
- Venerdì 10 ore di auto per raggiungere e percorrere la prima parte del percorso Akagera.
- Sabato 9 ore di auto per percorrere la parte NORD dell’Akagera e ritoranre a Kigali (3 ore).
Quindi siamo rimaste sigillate in camera a riposare ... verso le 4 abbiamo fatto una passeggiatina da casa anziani giusto per prendere un po’ di aria e poi dritte di nuovo in camera. Abbiamo avuto fortuna perché come rientrate fuori ha iniziato a diluviare!
La prova che avevamo bisogno di un giorno simile è stata la notte: pur non avendo fatto nulla abbiamo dormito come dei ghiri e addirittura, io che di solito alle 5.30 sono sveglia, ho dormito fino alle 8 del giorno dopo!!!!! 

lunedì 14 dicembre 2015

GIORNO 93/94: AKAGERA SAFARI

È venerdì, e per questo week-end abbiamo in programma il safari rwandese. Sveglia alle 5 di mattino, e dopo esserci preparate per bene SI PARTE. Viene a prenderci questo signore conosciuto tramite dei volontari di Cyangugu. L’auto noleggiata è enorme e decisamente adatta per il nostro viaggio in programma. Insieme a noi due ci sono anche le due ragazze belga con il moroso e lo zio di una, più uno dei tre ragazzi americani conosciuti alla foresta di Nyungue con il quale siamo rimaste in contatto.
Dopo due ore di viaggio entriamo nel parco, si trova a est ai confini con la Tanzania. Siamo tutti emozionatissimi e non vediamo l’ora di scovare attorno a noi questi animali. Ci viene detto che gli elefanti, pur essendo un centinaio, non sempre si riescono a vedere… e così vale anche per i leopardi e i leoni. Bisogna avere fortuna insomma. Ci mettiamo il cuore in pace e partiamo sperando di vedere almeno uno di questi tre esemplari.
Fermandoci in questo parco per due giorni decidiamo con la guida di concentrare il primo giorno unicamente nella parte SUD e cercare gli elefanti.  Infatti ieri erano stati avvistati in queste zone per cui magaaaaaari…. Partiamo e subito incontriamo gazzelle, zebre, giraffe … l’ambiente è meraviglioso e grazie al tetto rialzabile della nostra macchina possiamo stare in piedi sui sedili e osservare il panorama!!
Dopo per percorso un po’ di colline e un po’ di stradine arriviamo ai laghi dove decidiamo, nell’area apposita, di fare un bel pick-nick. I quattro belgi non ci sembrano molto afferrati sul fatto che quel lago sia pieno di coccodrilli e ippopotami (pur non avendone ancora visti).  Infatti si mettono proprio in riva e iniziano a farsi selfie e foto a vicenda. Quando chiedono a noi di fare a loro una foto di gruppo gli diciamo di allontanarsi un po’ che secondo noi è pericoloso.  Sembra non interessargli nulla finché nel lago non si muove qualcosa e allora decidono di fare qualche passo verso di noi. Quando partiamo da li, dopo circa 20 metri lungo il lago indovinate cosa troviamo?  Un sacco di  ippopotami e dei coccodrilli. In realtà di loro vediamo soltanto gli occhi perché si trovano completamente immersi in acqua. Ogni tanto sprofondano al di sotto della superficie per un po’ … Siamo incantate da questi animali e ci sentiamo all’interno di un documentario  National Geografic.  Il viaggio continua tra tantissimi animali... Purtroppo non sentendomi molto bene (di nuovo), devo chiedere un paio di volte all’autista di fermarsi per farmi andare in bagno dietro a qualche cespuglio. Di certo uno dei posti  in cui proprio non avrei mai voluto uscire dall’auto però quando è urgente è urgente e nulla può fermarti! Hahahaha…
Verso le 14 l’autista ci chiede una “pausa” e accompagna i belgi e l’americano in Hotel..e Elisa ed io in CAMPEGGIO… infatti abbiamo optato per questa sistemazione.  La nostra tenda è perfetta ed essendo solo in due ci stiamo benissimo. L’autista dormirà nell’auto accanto alla nostra tenda.  La pausa dura circa due ore e ci permette di riposare un attimo ed ambientarci. Verso le 16 infatti ripartiamo alla ricerca dell’elefante:  di sera ci sono più probabilità di vederli!! Ripercorriamo le stradine lungo il lago in tutte le direzioni finchè d’un tratto: CACCA FRESCA D’ELEFANTE. Capiamo che ce ne deve essere uno in giro.. Siamo super attenti al fitto bosco attorno alla stradina… potrebbe essere ovunque. Dopo circa un ora ci sentiamo rassegnati e decidiamo di tornare a casa…  Dopo alcuni minuti di strada il ragazzo belga grida “Stop stop stoooooop”, l’austista inchioda e dal mezzo della foresta sbuca un’enorme zanna bianca. Non ci possiamo credere!!! Le probabilità di trovarlo erano pochissime e soprattutto  il vederlo in mezzo a quella vegetazione praticamente impossibile! Probabilmente se passavamo 5 secondi prima non lo vedevamo! L’elefante, incuriosito dalla  nostra presenza, è poi uscito in strada e ci ha permesso di vederlo bene.  L’autista ha sempre mantenuto le distanze di sicurezza perché non si sa mai che cosa passa nei loro cervelloni. Infatti il 5 Novembre un’auto è stata attaccata da un elefante e il signore al suo interno si è salvato perché si è rifugiato nella zona dei pedali, diciamo.
Increduli dalla fortuna avuta torniamo in campeggio…  Ormai è sera e si sta oscurando tutto il paesaggio. Per strada incontriamo una guardia del parco che ci dice che durante la tutta la giornata siamo stati gli unici a vedere un elefante!!
Dopo aver mostrato il campeggio agli altri (tutti quelli che dormono in Hotel) decidiamo di riaccompagnarli anche noi  nel  loro alloggio. Siamo curiose di vedere l’ambiente notturno attorno al nostro accampamento. Dopo neanche cinque minuti l’autista esclama “LEOPARD LEOPARD LEOPARD!!!!”  Lanciamo lo sguardo nella direzione da lui indicata ed eccolo li: un esemplare bellissimo!! Ci guarda per un attimo ma è concentrato perché sta cacciando. Dopo poco si allontana. Purtroppo non siamo riusciti a fotografarlo bene ma l’immagine resterà ben impressa nella nostra mente! Spettacolare…
Di ritorno al campeggio, ci sembra la una di notte ma sono la 19.30. Il buio pesto che ci avvolge e ci scombussola gli orari… Malgrado l’assenza di un materasso dormiamo come dei sassi!
Al mattino successivo il cielo è un po’ nuvolo perciò l’alba non è così bellissima. Partiamo verso le 8 e percorriamo tantissimi chilometri senza vedere un bel niente, tranne qualche facocero o gazzella. D’un tratto però, quando dopo ore e ore arriviamo a nord, l’autista ferma l’auto di scatto e indicando un cespuglio ad una ventina di metri dice “LION”. Non ci possiamo credere! Una leonessa ci sta guardando!! Abbiamo davvero avuto una fortuna al di fuori dal normale! Dopo pochi secondi però si sposta ed entra in un cespuglio. Da li non esce più! Pochi minuti dopo arrivano altre 4 automobili di persone che stanno facendo il safari che per pochi minuti si sono persi il leone. Noi ci sentiamo sollevati perché sono le macchine che avevamo superato poco prima e se non l’avessimo fatto probamente ci avrebbero fatto scappare il leone loro!
Per pranzo ci spostiamo in una zona bellissima vicino al lago! Come il giorno precedente ci sono tanti ippopotami e si sentono i loro versi. Il luogo è incantevole ma malgrado la forte tentazione è meglio non allontanarsi troppo dall’auto. Il nostro autista ce lo dice in continuazione! I belgi però davvero fanno fatica a capire il concetto di pericolo e si mettono di nuovo a pochi metri dal lago a fare le loro centinaia di foto. D’un tratto arriva un'altra macchina da safari e la guida presenta su quell’auto si ferma accanto a loro e li rispedisce alla base dicendo che ci sono anche tanti pitoni lungo il lago e che sono stati imprudenti.
Ripartiamo di nuovo e per un po’ di animali particolari non se ne vedono.. Iniziamo ad essere pure un po’ stravolti per l’intensità della giornata .. L’autista dice che siamo quasi arrivati all’ultima distesa del parco, e come ci arriviamo ci rendiamo conto di che meraviglia sia! La prateria è enorme ed è PIENA di bufali accompagnati da altri animali. Sono stupendi! D’un tratto ci avviciniamo a tre esemplari che escono da un bel bagno di fango e che iniziano a caricarci… una scena surreale ma meglio continuare! Per concludere il parco decisamente un’immagine spettacolare. Dopo altre giraffe e zebre (super fotogeniche) usciamo da quel luogo incantato accompagnati da un diluvio apocalittico che si imbatte su di noi. Quindi non solo abbiamo avuto fortuna con gli animali ma anche (e forse soprattutto) con il tempo!
Stanche morte, ed io sempre più raffreddata e KO, torniamo nella nostra camera d’albergo dove ci aspetta una serata senza acqua e senza corrente .. quindi a base di secchielli per lavarsi e candele per vederci :)



































GIORNO 92: Rilima e Nyamata

Oggi altro viaggio lungo in macchina: direzione Rilima. Andiamo a visitare una clinica ortopedica pediatrica creata dall'ONG Don Gnocchi, associazione italiana che ha molti ospedali anche in Italia. Il viaggio è di due orette circa e percorriamo, indovinate un po', un'altra strada rossa hahahah 
Ad attenderci alla clinica c'è Uriel, ragazzo italiano che lavora qui da un anno circa, e la sua ragazza Xenia. Ci accompagnano all'interno della clinica e ci mostrano tutti i loro spazi...è enorme! Troviamo due sale operatorie di cui una funzionanta, molte sale ad infermeria, una sala di fisioterapia spaziossissima e piena di materiale (io non voglio più andarmene da lì) e poi ancora un atelier per le protesi e ortesi dove un ragazzo gentilissimo ci spiega come le costruisce, due sale per la stimolazione precoce e per l'ergoterapia (e qui invece è Martina a non volersene andare),...insomma una clinica come si deve in puro stile europeo!!! Inoltre c'è pure un enorme giardino con molti giochi per i bambini che trascorrono tre mesi in questo luogo. ad un certo punto suona la campanella e ci ritroviamo tutti al centro della clinica, davanti alla cappella della madonna, per la preghiera giornaliera.
Dopo pranzo visitiamo il mercato del paesello, secondo Uriel l'unico evento importante in questa zona sperduta. È molto più ridotto di quello di Cyangugu ma è molto più spazioso...le cose che vendono sono più o meno le stesse tranne una frutta strana il cui gusto, a quanto dice Consuelo, assomiglia a tutti i frutti messi assieme e delle pipe fatte a meno da due vecchiettine sdentate e abbastanza brille (:
Fuori dal mercato hanno istallato la tombola del paese: un grande spazio pieno pieno di oggettini, birre, alimenti e cose così che le persone devono riuscire a centrare con degli anellini di plastica. Vinci ciò che centri! Decidiamo di provare...Uriel gioca per primo e vince una stecca di sapone e una tazza, poi è il mio turno e la mia mira non si smentisce mai...non prendo nulla! Infine ci prova Consuelo che al primo colpo vince...una saponetta usata hahaha ci rimane malissimo!! Decide di riprovare e butta il cerchio a caso in mezzo al mucchio e becca un minuscolo vasetto di vaselina. Direi che la teoria che le portiamo sfortuna è riconfermata!
Finita la tombola torniamo a Kigali ma prima di arrivare facciamo uno stop a Nyamata per visitare il memoriale. È un luogo abbastanza conosciuto perché durante il genocidio è stata assalita, con granate e pistole, la chiesa del paese dove tutte le persone si erano nascoste. In quel attacco sono morte 10'000 tra quelle rifugiate all'interno e quelle nei pressi della chiesa e 45'000 contando tutti i morti nel paese. Di tutto queste persone ne sono sopravvissute solo 7. All'interno della chiesa sono raccolti tutti i vestiti delle vittime...uno spettaccolo molto forte e duro da vedere. Sotto la chiesa, che è rimasta così da allora con tutti i segni delle granate e dei proiettili impressi nelle mura, si trovano i teschi e le ossa delle vittime...impressionante! All'esterno della chiesa si trova la tomba di una giovane donna italiana, Tognia Locatelli, morta assassinata negli attacchi prcedenti al 1994. 
Finita la visita al memoriale riprendiamo la strada e torniamo a Kigali dove incontriamo tutti i membri dell'equipaggio del safari domani per un breve breafing. Dopo aver discusso gli ultimi dettagli torniamo di corsa a casa perché Martina ha un urgenza toilette...speriamo in bene per domani :)
Siamo ritornate nell'ostelletto delle suore dove abbiamo alloggiato i primi giorni in Rwanda...l'ostello è lo stesso ma noi siamo diverse: sappiamo arrangiarci molto di più e non sembriamo più due pulcini spauriti. Direi che questa esperianza ci ha cambiate...speriamo in meglio! 
Ciaoo

GIORNO 90/91: viaggio al nord

Ore 8 rwandesi (9.15 svizzere ;) ) carichiamo l'auto e partiamo con Consuelo e suo marito in direzione di Musanze e poi Gisegny. Fa già molto caldo a Kigali ma appena iniziamo a salire la temperatura si abbassa. Il paesaggio assomiglia molto a quello svizzero: montagne abbastanza alte, abeti, pini e molti sassi. La strada è bella ma è un continuo sali e scendi dalle colline. È incredibile come in un'ora di macchina ciò che si vede cambi di così tanto: ci sono molte più colline e sono molto più alte, le case sono diverse e le piantagioni sono sopratutto di carote (montagne di carote) e fagiolini. A metà strada ci fermiamo in uno degli autogrill rwandesi dove si può mangiare brochette di capra, patate, mais alla griglia e bigné. Dopo esserci rifocillati riprendiamo l'auto e continuiamo il nostro viaggio. Il panorama continua a cambiare e la temperatura a scendere...in questa regione non si trovano molti memoriali poiché è la regione dove viveva il presidente Habarimana, morto nell'attentato aereo del 1994. Essendo lui hutu la maggioranza della popolazione era anch'essa hutu e quindi questa zona non è stata molto colpita dal genocidio.
Un'altra particolarità di queste terre è la quantità di pecore che si vedono...rare nelle altre regioni del Rwanda. Chiediamo ad Alain (il marito di Consuelo) per cosa le allevano: non utilizzando la lana e non usano il loro latte, a volte le mangiano. In pratica le allevano più come "tagliaerba".
Dopo circa 4 ore di viaggio iniziamo ad intravvedere, oltre le nuvole, i vulcani. Siamo arrivati a Musanza. Questa è la cittadina dei vulcani ovvero 15 minuti da qui partono tutti i tour relativi ai vulcani. A Musanza incontriamo Alberto, un italiano di 40 anni che vive in Rwanda da 9 anni. È arrivato qui grazie ad un'ONG italiana che si occupa di ragazzi di strada e una volta finito il suo "mandato" di volontario ha deciso di restare. Per mantenersi ha fatto molte cose, come aperto due macellerie poi chiuse, un ristorante ma ora il suo grande progetto è un piccolissimo ostello di quattro camere che inaugurerà sabato. Ci mostra le camere e rimaniamo subito colpiti dall'arredamento in stile italiano e molto bello! Le camere sono molto spaziose e il bagno sembra uno europeo con doccia, tenda e acqua calda!!!! In più c'è una piccola cucinina e un piccolo salottino anessi ad ogni camera...un sogno. Dopo aver depositato le nostre cose ripartiamo, in ritardo sulla tabella di marcia, in direzione di Gisegny. Sulla strada incontriamo il solito rwandese imbranato che non sa come guidare in discesa e che ci rallenta un po' ma una volta arrivati il panorama ripaga il lungo viaggio. Gisegny si trova sul lago Kivu ed è uno dei pochi posti in Rwanda dove si possono trovare delle spiagge. Purtroppo il tempo non ci permette di fare il bagno ne di prendere il sole...non possiamo essere sempre fortunate :P
Prima di andare a pranzo andiamo a salutare i parenti di Alain che hanno una bella casa con vista lago. Finita la visita, una sofferenza perché non si sa mai come comportarsi e sopratutto perché non capiamo nulla di ciò che loro dicono, è arrivata finalmente l'ora di pranzo (alle 15 di pomeriggio...ma ormai ci siamo abituati). Dopo aver girogavato un po' in centro città alla ricerca di un buon ristorante ne troviamo uno gestito dai belgi. La scelta si rivela azzeccata: piatti enormi e cibo molto buono! Direi che stasera niente cena. Solo Consuelo ha una brutta esperienza: addenta un pomodoro con ripieno pensando che sia salsa rosa, e invece è Pilipili ovvero il peperoncino rwandese. Poverina mi sa che le portiamo proprio sfiga io e Martina. 
Dopo mangiato è ora di ritornare a Musanza e così ci mettiamo in strada pieni come uova. 
Purtroppo diventa buio presto e i fari dell'auto non sono un gran ché ...però la nostra mitica Consuelo riesce a guidare fino all'ostello in maniera impeccabile stando incollata ad un camion per vedere meglio la strada. 
Una volta a Musanza facciamo una doccia calda (finalmente) e ci godiamo la tranquillità del posto sorseggiando un thé e gustando le chiacchiere fatte fresche dai cuochi rwandesi di Alberto...una meraviglia. Poi andiamo a letto contenti e distrutti dalla giornata e dal lungo viaggio.

Il giorno dopo ci svegliamo abbastanza presto, facciamo colazione e ripartiamo in direzione di Kigali. Valutando un po' assieme ad Alberto abbiamo deciso che non possiamo permetterci (economicamente parlando) una gita sui vulcani ma optiamo per andare a visitare l'albergo dei "virunga" (vulcani) che c'è poco distante e dal quale si ha una bellissima vista. La strada non è delle migliori ma riusciamo comunque a raggiungerlo e il paesaggio è veramente stupendo. Da una parte ci sono i vulcani, purtroppo coperti in parte dalle nuvole, e dall'altra il lago. Decidiamo di rimanere un po' all'albergo aspettando che magari le nuvole si disperdono ma purtroppo non è così. Vabbé prendiamo un po' il sole in questo lussuoso posto dove una camera, per una notte, costa 1000 dollari!!!! 
Riprendiamo la strada per Kigali e invece di ripercorrere quella fatta il giorno prima ne prendiamo una che costeggia due laghi. Dovrebbe essere principale ma dopo aver sbagliato due volte direzione ed essere finiti fino alla frontiera dell'Uganda realizziamo che forse non è così. Finalmente, in un luogo chiamato Burera, riusciamo a trovare qualcuno che, dopo mezz'ora di racconto, ci indica la via giusta per Kigali e così prendiamo una strada di terra rossa e preghiamo che sia quella giusta. Il panorama è davvero magnifico: colline, laghi, bosco e natura ci accompagnano per la prima oretta di viaggio e noi entusiasti ammiriamo il tutto...notiamo che anche i paesini successivi si chiamano Burera ed iniziamo ad essere un po' confusi, dove siamo finiti? Di fatti anche le cose belle stancano e dopo due ore che percorriamo la stessa strada di terra rossa iniziamo a preoccuparci...anche perchè ogni centro abitato si chiama Burera e sembra non finire mai. In più non dovrebbe essere una strada nazionale? Procediamo fino al villaggio più vicino (BURERA!) e chiediamo informazioni. Ovviamente è Alain a chiedere e, da bravo rwandese, non si limita alla domanda: "Dov'è la strada per Kigali?" ma  chiede dove portano tutte le strade che vediamo...vabbé è questo il bello dei rwandesi :)
Capiamo che, purtroppo, è proprio questa la strada che dovrà riportarci a casa e quindi ci rassegnamo a vedere lago, terra rossa e alberi per altre due ore. A metà viaggio incontriamo le cascate di cui ci aveva parlato Alberto il giorno prima, belle ma impossibili da raggiungere a piedi! Dopo quasi quattro ore di viaggio, e aver girato TUTTE le mille colline del Rwanda, abbiamo perso ormai la speranza...siamo sperduti in mezzo alle colline e a paeselli disabitati dove le persone probabilmente non hanno mai visto dei bianchi. Finalmente raggiungiamo un villaggio un po' più grande e chiediamo dove sia la strada principale che conduce a Kigali. Un uomo ci dice che è proprio qua: manca meno di un minuto! Contenti proseguiamo e...il minuto dura una mezz'oretta ma finalmente raggiungiamo la strada asfaltata e così continuiamo più tranquilli e veloci fino a Kigali. 
Il viaggio di ritorno è durato forse il dobbio ma alla fine è stato divertente e almeno abbiamo visto la parte sperduta del Rwanda. Arrivati a casa ci docciamo, riposiamo un poco, e poi usciamo a cena. Questa sera tocca a uno dei ristoranti più vecchi e conosciuti di Kigali: Chez Lando. Il ristorante è pieno malgrado sia mercoledì...ma purtroppo i clienti non sono dei migliori: ai tavoli sono seduti molti uomini bianchi di mezza età accompagnati da prostitute che chiacchierano, bevono qualcosa, e poi spariscono nelle camere dell'hotel. Consuelo ci spiega che non era così fino a qualche anno fa ma che purtroppo la clientela è cambiata molto...peccato perché il ristorante è bello e si mangia bene :) Noi però ci godiamo comunque la serata ridendo e scherzando sul viaggio lunghissimo fatto oggi! 
Ed eccoci qui che con la solita nota culinaria concludiamo questi due giorni di viaggio verso il nord. Domani ci aspettano altre ore di macchina...ora è meglio andare a dormire buona notte a tutti :D